Passato presente e futuro delle protesi per atleti

Le protesi esistono da più tempo di quanto si possa immaginare, la prima nella Storia è datata 950 a.C. e apparteneva a una nobildonna dell’Antico Egitto. La necessità di arti artificiali, sia per ragioni estetiche che (soprattutto) funzionali, è sempre esistita, ma nel tempo si è evoluta, accompagnando la scienza e la tecnologia in un percorso che oggi sembra avere del miracoloso.

 La tecnologia attuale nel campo delle protesi

La tecnología odierna, dopo un lungo percorso di prova e di studio, ha fatto progressi da gigante nel campo delle protesi, arrivando a utilizzare la biomeccanica per non limitarsi soltanto alla mera sostituzione dell’arto, ma all’utilizzo più simile possibile a quella che era la funzionalità naturale.

 La storia delle protesi sportive

Se le prime protesi risalgono a circa tremila anni fa ed erano soltanto di carattere estetico, già durante il Medioevo assunsero un ruolo funzionale: i combattenti utilizzavano un arto di ferro per sostituire quello perso in battaglia, così da poter sostenere ugualmente lo scudo, mentre sulle navi i marinai utilizzavano uncini e protesi di legno al posto di mani e gambe, proprio come ricorda la fantasia popolare.

Dopo i progressi del Settecento e dell’Ottocento, negli anni Novanta del secolo scorso sono stati introdotti i primi microprocessori per il controllo dell’arto artificiale.

Le protesi nello sport

Le prime protesi per utilizzo sportivo sono arrivate nel secondo dopoguerra, quando si è sentita la necessità, per un gran numero di persone, di aumentare inclusione sociale e benessere attraverso lo sport: dalla mera sostituzione dell’arto mancante siamo così arrivati all’ottimizzazione della protesi per un utilizzo più performante nell’attività fisica.

 Il primo passo in questa direzione fu nella corsa, con le prime (e rudimentali rispetto a oggi) protesi in sostituzione degli arti inferiori, ma il grande balzo in avanti è arrivato contestualmente all’utilizzo della fibra di carbonio, più leggera ed elastica, al posto dei materiali come il poliuretano e il poliacetale.

 Atleti bionici

Oscar Pistorius è stato il primo atleta dotato di protesi agli arti inferiori a trovarsi sotto i riflettori internazionali, durante i Giochi Olimpici del 2012, ed è a quel punto che nasce il cosiddetto doping tecnologico, ovvero il vantaggio funzionale dato dalla tecnologia.

 Ma l’evoluzione delle protesi nel campo dello sport non si limita alla corsa, ormai sono utilizzate in tutte le discipline, soprattutto nell’atletica, nello sci, nel canottaggio, nel ciclismo e addirittura nel nuoto.

 Le protesi di domani

Il futuro dello protesi sportive, ormai è opinione condivisa, risiede nell’integrazione fra protesi e osso amputato, attraverso un materiale duttile come il titanio, anche se questa operazione, al momento, sembra creare non pochi problemi: se l’assenso di pressione sulla pelle rappresenta un grande traguardo, i rischi di infezione per l’osteointegrazione sono molto alti, limitando così le attività più dure e soprattutto obbligando il paziente e soprattutto lo sportivo a una manutenzione del moncone pressoché quotidiana.

 Attraverso la tecnologia, e con lo studio dei materiali, le protesi hanno raggiunto livelli di eccellenza permettendo anche agli sportivi di sopperire alla mancanza di un arto, ma confidiamo che nel prossimo futuro si possa arrivare davvero a quello che molti chiamano “sport bionico”. Staremo a vedere.